venerdì 27 giugno 2008

e cantasquallor!

Dal 1973, anno del loro primo lp Troia, al 1994, anno di Cambia Mento. In mezzo, altri 12 album, un numero innumerevole (!) di raccolte e due film , tra cui nientemeno che "il più brutto film della storia del cinema italiano". Questi sono gli Squallor. Non sono in grado di descrivere l'immensità della loro opera. Attingerò quindi a piene mani alla rete (www.squallor.com).
Gli Squallor, il cui nucleo base consiste del toscano Giancarlo Bigazzi, del napoletano Totò Savio, del milanese Daniele Pace e del "mulatto" foggiano [napoletano] Alfredo Cerruti, hanno saputo creare una serie di miniature musicali e sottogeneri (canzone napoletana, "sfilate", saga di Pierpaolo, duetti Cerruti-Pace ecc.) capaci di sferrare colpi devastanti al decoro italiota dello spettacolo e dell'informazione, della politica e della religione.
Svincolandosi dalla posa contestatrice di altri "rivoluzionari in Ferrari" sono una forza pura di dileggio che certo non si esaurisce nella "goliardia" normalizzatrice: i momenti più divertenti e inquietanti coincidono non con allusioni sessuali, ma con sfasature linguistiche apparentemente innocue, con parole ripetitive della quotidianità più trita che vengono sconvolte da terremoti lessicali capaci di aprire squarci sull'angoscia e il disagio dell'esistente. Così la loro straordinaria voce, Alfredo Cerruti, è un sisma linguistico che si abbatte sulla lingua del nostro paese e sulle sue applicazioni retoriche, nell'ipocrisia e nel moralismo dell'informazione, della canzone, della politica: "presi dall'entusiasto", "giorgio per giorgio", "la corteccia di ferro", "lenti a contratto". Gli Squallor, anche prima di volerne indagare il significato sociologico o musicale, restano un potente simbolo di bisogno di divertimento e creatività.
I quattro, poi prematuramente abbandonati dallo scomparso Pace, sono tutti professionisti del mondo dello spettacolo (produttori, musicisti, autori di testi, ecc.). Si ritrovano durante abbondanti libagioni e sbicchierate a parlare delle situazioni di cronaca più attuali , ed è lì che il maestro Savio inizia a rimuginare e limare le prime basi su cui si innesta l'inventiva (o, come dice il saggio Bigazzi, "dove parte la puttanata") degli altri tre. Poi si passa in studio. Nei primi lp l'aspetto artigianale prevale, poi i miglioramenti tecnici consentono di sincronizzare l'impasto verbale con le basi orchestrali, imprescindibile accompagnamento del gruppo, che tiene giustamente a sottolineare il fatto di "aver sempre suonato".
Nascono così le canzoni napoletane interpretate dal maestro Savio, strabilianti escursioni nei vicoli popolati da gente inconcludente ma malata di sesso che si nutre di muzzarella e bucchina, lontani anni luce dalle cartoline col golfo. Continua con un capitolo ad ogni lp la saga di Pierpaolo, figlio viziato di industrialotti che stornano fondi neri alle aziende, e se per caso resta una base inutilizzata ci pensa Cerruti a mettere in piedi dal nulla una bella marcia o una bella sfilata, come è il capolavoro degli Squallor, L'alluvione, in cui assistiamo ad un Vajont pianificato dallo stato italiano. Perché è insufficiente dire che gli Squallor "allargano le categorie del poetabile" facendo canzoni sugli "aspetti più squallidi dell'esistenza". Si spingono invece fino al cuore del problema, cantautori più di protesta di quelli di professione.
Ci sono collaborazioni di Arbore, Sabani, Boncompagni, si deve molto alla commedia (all') italiana. Addirittura il funerale di Pace fu un nuovo motore di scherzi e battutacce, come nel film di Mario Monicelli "Amici miei". (Pare che al funerale, Cerruti in lacrime, abbracciando Savio e Bigazzi, abbia esclamato: "E ora siamo rimasti in tre!... come i Police!"). Restano il cinismo amaro, la constatazione della miseria spirituale che nasce dopo una risata mai veramente liberatoria. Come dimenticare hit quali USA for Italy, in cui i nostri si fanno beffe devastanti del carrozzone pietistico-mediatico sul quale sorse il Live Aid in perfetto stile anni ottanta?
È una stagione di creatività che, purtroppo, sembra essersi conclusa: dopo Pace, anche il maestro Savio ci ha lasciato. Restano i soli Bigazzi e Cerruti, gentilissimi e modesti, equilibrati e pacati nel delimitare la portata della loro opera che, nei momenti migliori, è esempio straordinario di beffa al contegno, all'ipocrisia e alle "versioni ufficiali". Più che le copie sequestrate dal pretore di turno o la copertina censurata perché presenta Bossi con un paio di coglioncini a mo' di sottogola (Cambia Mento) dispiace di più la fretta di liquidare come goliardi della domenica questi grandi artisti e musicisti. Auguriamoci almeno che abbiano aperto una strada. Sicuramente, hanno fatto del bene a tanti, me compreso, dal dì che ebbi per le mani la cassetta di Manzo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Zed,
è un sacco che non passo da qui! ne approfitto x tirare giù un po' di roba e aggiornare il mio catalogo.. non ho avuto nemmeno un cent nel tel x ringraziarti del pensiero di sabato (ma chi era?)
ciau

Enfa

zed ha detto...

massive attack!

V. ha detto...

neanche una compilascion per le vacanze?
un consiglio sulla musica da spiaggia?
da viaggio?

mah!

Anonimo ha detto...

Gk - Hanno anche scritto i testi di:

-cuore matto
-nessuno mi può giudicare
-montagne verdi
-ti amo
-gloria
-si può dare di più
-rose rosse