“Nel campo di coloro che cercano la verità non esiste autorità umana e chiunque tenti di fare il magistrato viene travolto dalle risate degli dei”. (A. Einstein)
Con questa cautelativa premessa, mi accingo a esprimere i miei pareri.
54 è un libro lunghissimo che si vuole composito, immenso, al cui interno circola un ampio respiro che si progetta mozzato in alcuni punti, nei momenti di congiunzioni e coincidenze che si annunciano sorprendenti, eclatanti.
Si rivela invece instancabilmente ammiccante su se stesso, continuamente teso alla ricerca di un ritmo che non trova mai, ricerca che, a metà libro, si comincia ad avvertire faticosa, affannosa. Lenta. Rimandi, casualità, storie parallele che si congiungono in posti e tempi incredibili (che palesemente si suggeriscono stupefacenti se non addirittura divertenti) sono ahinoi costruiti sul nulla, inseriti in una struttura poco fluida e in una storia che fino alla fine ti spinge ad allungare il collo per vedere che c’è dopo. Ma dopo non c’è un bel niente.
Sarah è la rivelazione dell’estate. La mia. Breve, veloce, massimamente pruriginoso, incautamente strafottente esprime un punto di vista che non penseresti, che nemmeno mai ti sogneresti.
L’occhio dietro alla telecamera è quello di un prostituto dodicenne che, travestito da femmina, non si cruccia per i camionisti che lo toccano, né per l’ambiente di allegra prostituzione nel quale è nato e cresciuto, grazie a sua madre. Se i suoi desideri si spalmano su una minigonna di pelle nera e le sue ambizioni la spingono a diventare la più gettonata “lucertola” del reame, i suoi dolori sono e rimangono quelli mutamente urlati in cerca dell’affetto della mamma.
Fa parte di quei rari libri che ti fanno ridere nel pianto.
Con questa cautelativa premessa, mi accingo a esprimere i miei pareri.
54 è un libro lunghissimo che si vuole composito, immenso, al cui interno circola un ampio respiro che si progetta mozzato in alcuni punti, nei momenti di congiunzioni e coincidenze che si annunciano sorprendenti, eclatanti.
Si rivela invece instancabilmente ammiccante su se stesso, continuamente teso alla ricerca di un ritmo che non trova mai, ricerca che, a metà libro, si comincia ad avvertire faticosa, affannosa. Lenta. Rimandi, casualità, storie parallele che si congiungono in posti e tempi incredibili (che palesemente si suggeriscono stupefacenti se non addirittura divertenti) sono ahinoi costruiti sul nulla, inseriti in una struttura poco fluida e in una storia che fino alla fine ti spinge ad allungare il collo per vedere che c’è dopo. Ma dopo non c’è un bel niente.
Sarah è la rivelazione dell’estate. La mia. Breve, veloce, massimamente pruriginoso, incautamente strafottente esprime un punto di vista che non penseresti, che nemmeno mai ti sogneresti.
L’occhio dietro alla telecamera è quello di un prostituto dodicenne che, travestito da femmina, non si cruccia per i camionisti che lo toccano, né per l’ambiente di allegra prostituzione nel quale è nato e cresciuto, grazie a sua madre. Se i suoi desideri si spalmano su una minigonna di pelle nera e le sue ambizioni la spingono a diventare la più gettonata “lucertola” del reame, i suoi dolori sono e rimangono quelli mutamente urlati in cerca dell’affetto della mamma.
Fa parte di quei rari libri che ti fanno ridere nel pianto.
E ti ritrovi a pensare su parole che sembrano non chiederti niente.
9 commenti:
indovina quale leggerò e quale no?
Guarda quanto me ne fotte OiO !!!
vabbè, s'è capito, a voi due non vi invito alla mia prossima conferenza a Cambridge sull'indecifrabilità semiotica che pervade la semantica contemporanea!
sto pensando ad decreto legge che renda la gloriosa legione straniera italiana obbligatoria, e non più volontaria. Conosco una persona da caldeggiare follemente.
ma esiste una legione straniera italiana, seppur su base volontaria? tra la situazione esotica e il fascino della divisa potrei farci un pensiero! tanto, lavoro per lavoro, almeno mi tengo in movimento..
la legione tipo quella di Stallio e Olio?
alors, cher anonimò, so che la mia opinione su 54 non è condivisa da molti, a cui invece il libro è piaciuto, ma, tanto per usare un mantra esclusivo di noi nel sud, e che dobbiamo fare?
non rileggo mai i libri, nè rivedo i film. credo nell'amore a prima vista.
ps "ingannevole è il cuore più di ogni cosa", secondo di Leroy(che si lo so lo scandalo, la frode, ma chissenefrega)è un pugno nello stomaco. quando ve la sentite, fatevelo dare.
"Ma dopo non c’è un bel niente."
Per Rosco dopo c'è stato davvero tanto.
C'è stata la (ri)scoperta di una Bologna che non potevo vedere con i miei occhi da studente.
C'è stata la voglia di conoscere vicende sulla Resistenza che ignoravo, che si intrecciavano in luoghi che frequentavo abitualmente.
C'è stata la scoperta abbagliante di un nuovo modo di accostarsi alla lettura.
Leggi.
Ti appassioni.
Inizi a documentarti.
Cresci.
Migliori.
54 è uno dei miei libri favoriti, scritto dai miei autori favoriti, e probabilmente nella mia libreria non ha rivali...
Sono sinceramente dispiaciuto che tu l'abbia trattato così male..
rosco...
54 me l'ha regalato zed in seguito a tua segnalazione.
mi sembra giusto, perciò, che ci sia anche la tua versione dei fatti dimodochè gli amanti del rischio possano scegliere di che morte morire:carenza di grandi libri, o eccesso di libri comuni.
per quanto riguarda la mia versione dei fatti, anch'io sono sinceramente dispiaciuta che non mi sia piaciuto.mi rattrista leggere 7, 800 pagine che mi svaniscono davanti agli occhi come nuvole in una giornata di nebbia.
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