dice scrivi che ti passa. non passa, lo sappiamo entrambi, ma è lo stesso. rifletto sul fatto che il mezzo è il messaggio, lo diceva mcluhan, ormai lo sanno tutti e chi non lo sa certo non viene a dirlo a me. è una verità semplice e autoevidente, che dovrebbe essere diventata ormai patrimonio dell'umanità. vuol dire che dovremmo smetterla di lamentarci delle schifezze che danno in tv e cominciare a lamentarci della tv. il mezzo trasforma la nostra percezione delle cose, vediamo come. Il libro ha creato il lettore, il lettore singolo, diverso dai lettori comunitari del medioevo, il lettore individualista. Il quale lettore individualista, a sua volta, diventò, diciamo 4 secoli fa, scienziato nazionalista borghese capitalista, creando così la nostra modernità, la modernità europea. Ci siamo. Allo stesso modo la tv crea lo spettatore passivo, che però tragicamente si crede attivo, ipnotizzato, lo diceva sempre quel brav'uomo di mcluhan, dal coacervo di informazioni tra le quali annaspa come in un liquido amniotico, condannato a non poter mai vedere la propria condizione d'impotenza perchè, questo lo dico io, i media sono le nuove forme trascedentali dell'esperienza. diceva kant che ci sono forme che rendono possibile l'esperienza, vale a dire mi permettono di percepire il mondo. si chiamano trascendentali perchè trascendono l'esperienza, non ne fanno parte, ne sono la condizione.
la mia realtà è già filtrata dai media, mi arriva attraverso i media, come posso dunque io avere una lucida visione dei media stessi o immaginare una realtà non filtrata?non posso. in questo senso siamo spettatori passivi, perchè ci accolliamo un'immagine del mondo decisa a tavolino da qualcun altro.
e perciò
1 a 0 per il libro.
diciamo che ci potremmo andare pari e patta con l'ipertesto che dovrebbe creare il lettore/autore, lettore finalmente attivo che compone il suo testo seguendo links.in effetti non sono d'accordo. il libro stampato ti vincola ad una sequenzialità, ad una linearità senza inganni. l'ipertesto sembra lanciarti in una multisequenzialità infinita. bè, appunto, sembra. nessuno naviga in eterno e la mia idea di infinito non coincide con un piattino di scelte accuratamente apparecchiate per lasciarmi giocare un paio d'ore.
da questa breve disamina ne consegue che vince di nuovo il libro 2 a 0 e che i nuovi media creano individui mediamente più rincoglioniti.
e perciò
1 a 0 per il libro.
diciamo che ci potremmo andare pari e patta con l'ipertesto che dovrebbe creare il lettore/autore, lettore finalmente attivo che compone il suo testo seguendo links.in effetti non sono d'accordo. il libro stampato ti vincola ad una sequenzialità, ad una linearità senza inganni. l'ipertesto sembra lanciarti in una multisequenzialità infinita. bè, appunto, sembra. nessuno naviga in eterno e la mia idea di infinito non coincide con un piattino di scelte accuratamente apparecchiate per lasciarmi giocare un paio d'ore.
da questa breve disamina ne consegue che vince di nuovo il libro 2 a 0 e che i nuovi media creano individui mediamente più rincoglioniti.
3 commenti:
certo, dipende dal libro..
e cmq, come si pone l'autore nei confronti delle manifestazioni sportive? quelle non falsate, almeno..
bisogna imparare a leggersi i libri sulle partite!basta con questo mito della diretta, del presenzialismo impulsivo e compulsivo!!!
la fredda cronaca, quindi. non so, domenica allo stadio ci penso sù..
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