Come promesso tempo fa in un commento, pubblico un breve racconto di Julio Cortazar che ci spiega, in modo semplice ed efficace, una delle cose che in molti danno per scontato: come salire le scale. Spero che questo piccolo contributo possa salvare qualche caviglia.
“A nessuno sarà sfuggito che sovente il suolo si piega in modo che una parte sale ad angolo retto rispetto al piano del pavimento, mentre la parte successiva si colloca parallelamente a suddetto piano, per lasciare il passo ad una nuova perpendicolare, comportamento questo che si ripete a spirali o linee spezzate fino ad altezze estremamente variabili. Chinandosi e mettendo la mano sinistra su una delle porzioni verticali e la destra nella corrispondente orizzontale, ci si trova in momentaneo possesso di un gradino, o scalino. Ciascuno di questi gradini, formati come si vede da due elementi, si trova ubicato appena più in alto e più in avanti rispetto al precedente, principio questo che dà origine alla scala, dato che qualsiasi altra combinazione determinerebbe forme magari più belle o pittoresche, ma inadatte a trasportare da un pianterreno a un primo piano.Le scale si salgono frontalmente, in quanto all'indietro o lateralmente risultano particolarmente scomode. La modalità naturale consiste nel situarsi in piedi, le braccia rilassate verso il basso, la testa eretta ma non tanto da impedire agli occhi di vedere i gradini immediatamente superiori a quello che si sta calpestando, respirazione lenta e regolare. Per salire una scala si comincia sollevando quella parte del corpo posta in basso e a destra, quasi sempre avvolta in cuoio o pelle scamosciata e che, salvo rare eccezioni, è della misura del gradino. Una volta posizionata sul gradino la suddetta parte, che per brevità chiameremo piede, si solleva la corrispondente parte sinistra (anch'essa denominata piede, ma che non va confusa con il piede prima menzionato) e, portandola all'altezza del piede, la si fa proseguire fino a collocarla sul secondo gradino, ottenendo che in questo riposerà il piede, mentre nel primo riposerà il piede. (I primi gradini sono sempre i più difficili, finché non si acquisisce la necessaria coordinazione. L'omonimia tra il piede e il piede non agevola la spiegazione. Si presti particolare attenzione a non sollevare contemporaneamente il piede e il piede). Giunti in questo modo al secondo gradino, è sufficiente ripetere alternativamente lo stesso movimento fino a raggiungere la sommità della scala. Se ne esce facilmente, con un leggero colpo di tacco che la fissa al suo posto, dal quale non si muoverà fino al momento della discesa”.
23 commenti:
mamma mia com'ho fatto finora? e per gli ascensori, qual è la procedura?
ce l'ho fatta!!
sventrando il pc, sputando sul ruter e massaggiando il monitor, ho recuperato la mia agonizzante rete
e posso risedermi a pieno titolo al tavolo delle webchiacchiere.
l'autore in questione mi piace, ho letto un suo libro in spagnolo durante il mio corso di spagnolo che ho frequentato frequentando un messicano che parlava spagnolo..
sì, direi che anche basta così.
MA. ps. valentina spero che oggi vada meglio e che il capo non si sia accorto che sei stata tu a bucargli le gomme.per la prossima impresa, però, chiamami, adoro distruggere cose..
Bravo Fidel, fulgido esordio! Ora è tutto in discesa verso vette altissimepurissimelevissime!
Già che ci sono vi segnalo il sito tratto dal libro scritto da due cronopie di cui io ho avuto il piacere di conoscere Zia Lù:
http://www.icronopios.it/librocronopios.html
p.s.: Eli, hai fregato le armi a Dragon Ball?
ma certo, per distruggere non c'è niente come l'o-onda e-energetica!
e proprio per questo, devo ringraziare il postatore cortazariano fidel nonchè il suo maggior fratello libero professionista ingegneriestico.Entrambi i figuri, ogni giorno alle 19, crollasse il mondo, li ritroviamo lì, ad onorare la saga dragonbolliana.
non potevo avere maestri migliori!!
comunicazione di servizio: il mio ufficio chiude ufficialmente stasera alle 18, ci è stato comunicato stamattina alle 11 e abbiamo appena restituito le chiavi e impacchettato i nostri oggetti personali. Teoricamente devono pagarci fino al 31 dicembre, ma non ci è stato nemmeno comunicato cosa dovremo fare/dove dovremo andare lunedì mattina.
Vi sembra fantascienza? Ebbene no. E' realtà di precariato che sto vivendo insieme ai mie colleghi Mariangela e Antonio.
tutto vero, non sappiamo che dire... mi viene spontano condividerlo con voi per lasciare un messaggio ai posteri!
tanto per dire che ora più che mai suonano opportune queste istruzioni per (ri)salire le scale...
minchia, rebeg, che bestie!
e che bestilità tutto il contesto che lo consente.
ormai siamo allo svacco più totale. Il mio collega Antonio, parlando di attività umanitarie, ha dichiarato di essere sensibile alla causa dei pinguini d'Africa e delle giraffe nella Siberia ovest. Secondo me è un po' cronopio cortazariano anche lui...
del resto le mie cape son così ricche e fulminate che soccorrono piccioni feriti correndo in taxi alla LIPU... e nemmeno questa è fantascienza!
solidarietà ai lavoratori schiacciati dall'iniquo sistema e dall'arroganza padronale. che dire? rubate tutto quello che potete, il resto danneggiatelo!
grazie per la solidarietà, ma in questo momento confesso un po' di ansia e pessimismo sulla mia occupazione a partire da gennaio...
vi saluto: devo spegnere il pc e uscire dall'uffio, ora, intimidati da quella del personale venuta da milano, siamo esterrefatti!
cara rebeg chiedi a eli come fare causa. al resto ci penso io che ormai sono un esperto. una bella vertenza e via
geniale!
...interessante! Ci ho messo un pò a seguire le istruzioni, sarà la tipologia di testo, il "regolativo", sarà l'esercizio fisico, lo "step", sarà quel che sarà,ma mi è difficile collegare testa e corpo...
Ma avete mai letto quel racconto di Calvino dal titolo:"La poubelle agree"? Comincia così:" Delle faccende domestiche, l'unica che io disimpegni con qualche competenza e soddisfazione è quella di mettere fuori l'immondizia..." Continuano 14 pagine altamente filosofiche, di quella filosofia esistenziale che "qualcuna" blogger ben sa, sull'oggetto poubelle. Tremate tremate, se scopro come si fa un post lo pubblico!
Si!!!!!!!!!!!!
L'abbiamo letto a danza per un laboratorio sui gesti quotidiani.Certo che se avessi portato il racconto di Cortazar avrei fatto un figurone e sarei diventata subito prima ballerina!!!
Peffavore postalo.....
chissà perchè, quando leggo "qualcuna" interpreto io medesima stessamente me.
ma che vuol dire, sconosciuta e misteriosa ross, che conosco la filosofia esistenzialistica dell'immondizia? il fatto che ho studiato filosofia e il fatto che, mio malgrado, butto quotidianamente l'immondizia,potrebbero anche restare concetti separati.
invece tu preferisci agglomerarli consecutivamente nel sillogismo:
se "qualcuna" sa di filofofia,
e "qualcuna" butta l'immondizia
conclusione
"qualcuna" sa di filosofia dell'immondizia..
mah..devo consultarmi col mio guru prof relator rettor..
e poi vale, quanti colpi di scena! tu fai danza! quante coincidenze! pensa che anch'io una volta, quand'avevo 8 anni, sono andata a una lezione di danza!!ma che burlona la vita!
poi invece ho fatto karate, lo sentivo più vicino al mio animo dolcemente femminile..
invece quella spudorata di ross se l'è fatte tutte, dalla danza del ventre alla pizzica, cosicchè alle feste di famiglia ha preso ad esibirsi in un mix delle suddette due che non manca di stupire gli astanti!
beh almeno la mamma non ti ha mandato a danza per affinare il tuo animo dolcemente femminile.Io ci sto provando da 25 anni circa ma.....ma se continuo a fare la danza della "munnezza" (preferite "rusco"???),mi sa che vado poco lontana!!
ma si può organizzare una festa famiglia-blog in cui la Ross si esibisce in sfrenate danze??
ps: anche io quando dicono "qualcuna" penso...a te!
Salito (portatile in mano) al piano di sopra, attendo ulteriori istruzioni per scendere..
e poi e poi
avete lasciato daniele lassù col portatile
sono 4 giorni che aspetta sulla rampa
avrà fame, sete
adesso tutti a pensare alla musica,
quando c'è un uomo che ha bisogno di voi signore!
leggete le istruzioni sulla scatola dei gradini e ditegli come scendere, voi che c'avete lauree e lauree e sapete leggere!
daniele, anche se non so chi sei, non ti lascerò morire d'inedia e di vertigini!
Momammamiaaaaaaaaa fa che non sia il Daniele che dico io....sono spacciata.
Comunque qualsiasi Daniele tu sia...SCENDI CAZZO!
non c'è un ascensore da qualche parte??no???
ah cacchio .....
beh apri il portatile sopra la testa e usalo come paracadute!Lanciati giù,ma non restare lassù per favore.
restando in Sudamerica, dal libro che ho finito ieri sera:
"Florentino Ariza saliva e scendeva le scale con un'attenzione speciale, perché aveva sempre pensato che la vecchiaia cominciava con una prima caduta senza importanza, e che la morte arrivava con la seconda. La più pericolosa di tutte le scale gli sembrava quella dei suoi uffici, perché ripida e molto stretta, e già molto prima di doversi sfrozare a non trascinare i piedi la saliva guardando bene i gradini e aggrappato alla ringhiera con entrambe le mani".
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