giovedì 20 dicembre 2007

NATIVE AMERICAN RADIO STATIONS


Non si tratta appropriatamente di musica, ovviamente. Ma è musica per le mie orecchie!

Della mia bolla di vita americana, nulla mi ha scombussolato di più le budella dell’osservazione privilegiata e occasionale della vita degli Indiani d’America. Io lo ammetto: pur con mille dubbi iniziali e altrettante conferme finali che là non vorrei viverci, in America ci sono stata bene, sono stata trattata bene e ho voluto bene. Ma gli Indiani là stanno peggio e sono trattati peggio di quanto mai avrei immaginato. Lasciamo perdere i film. Lì appaiono o analfabeti rissosi più o meno perdenti, o cartoline dal mondo del buon selvaggio. Non si mostra mai abbastanza, neanche nei film, quanto oggi siano purtroppo degli esseri umani disadattati, poveri, denigrati e snaturati. Eppure basta guidare su una highway come la 90, perdendo la cognizione del tempo e di quella strada a malapena trafficata, interminabile e dritta, senza che il cambio automatico aiuti gran che a rimanere svegli, per perdersi in un tutto indistinto e semplificante azzurro, giallo e marrone e capire quanto la cultura pellerossa dovesse aver stabilito un così sincero contatto con la natura e come mai un indiano cavalcando per ore il suo cavallo marrone fra spighe gialle a perdita d’occhio, distinguesse figure, simboli e messaggi nell’unica interruzione cromatica del suo solitario vagare selvaggio, le nuvole bianche nel cielo azzurro. Tutto un po’ naif, mi rendo conto. Ma da perdere il respiro, le parole e da riempirsi gli occhi in una modalità e intensità, vi assicuro, estatica!

E se proprio non ce la fate e avete bisogno di un riferimento alla musica, tiè, collegatevi a una qualunque radio pellerossa, ché tanto da quelle parti non prendono neanche i cellulari e l’autoradio passa solo quello… e il country.
Buon Ascolto!

14 commenti:

Mino ha detto...

intanto grazie a tutti voi di fiori di testa. Reb, ma cosa vuol dire esattamente, è un atto simbolico o ci saranno delle conseguenze più pesanti?

rebecca ha detto...

boh e chi lo sa? è una David contro Golia... Se anche si mettessero tutti insieme- e così non è, perché per ora è l'azione di quella sola tribù; e la più grossa è quella dei Navajo in Arizona-, sarebbero comunque pochi in mezzo a tanti conservatori. Certo, però, che sarebbe una grandissima rivoluzione civile! Sarebbe. Intanto sui quotidiani americani neanche ne parlano...
Augh!

rebecca ha detto...

...ecco:
http://www.corriere.it/esteri/07_dicembre_19/natale_verde_stati_uniti_ecf26476-ae68-11dc-8dc1-0003ba99c53b.shtml
sarà che in America adesso son troppo presi dal Natale.

a proposito di Natale, ieri una delegazione dei fioriditesta- l'Eli e io- ha visto al cinema IRINA PALM, natalizio ma arguto, con protagonista Marianne Faithfull. ...Visto come riesco sempre a schivare il fuoritema musicale? E poi non ditemi che non mi impegno!

zed ha detto...

IRINA PALM, mani di fata! magari era pure carino.. io leggo tex da sempre e pure ken parker e sono idealmente dalla parte del popolo rosso. che ovviamente lo prenderà in saccoccia anche stavolta..

eli ha detto...

sono al lavoro porcaccia e straporcaccia
ma tra una rassegna enìa e un'arpa voglio rendervi partecipi del fatto che anche i fantastici quotidiani che mi tocca leggere riportano la notizia
Ah,stampa italiana, meraviglioso fiore all'occhiello della nostra civiltà con petali come la libertà e la cronaca di piacenza, o le informazioni di parma e reggio o addirittura i vomitevoli carlini..
pruriginosa cronaca e notizie stravolte per allarmare il più possibile..e come sono riusciti a rendere interessante questa bellissima notizia al pubblico che si sono cresciuti pettegolo?
con una foto di indiani che danzano, in vestiti ridicoli, un frame tratto da qualche western di serie z..l'immagine già beffeggia il fatto, non c'è così nemmeno bisogno di leggere..

rebecca ha detto...

chissà se anche Tex e Ken avevano male al gomito ogni tanto...

rebecca ha detto...

ah! Voi vi siete mai vestiti da indiani a carnevale? Curiosità.

zed ha detto...

ken ogni tanto riusciva a sfogarsi, di tex non c'è nulla di documentato, a parte la prematuramente scomparsa consorte. nel suo caso, quindi, il rapporto con federica-la-mano-amica dovrebbe essere circa serio, e questo lascia aperta la strada alla patologia di cui sopra. per il resto, niente indiani a carnevale, solo zorri..

Rosco ha detto...

Wu Ming - Manituana - Einaudi 2007

Il noto collettivo di autori bolognesi (ex-Luther Blissett) ha dedicato alla saga degli indiani d'America il suo ultimo libro (capolavoro per alcuni, un bel libro che poteva essere molto meglio di come è riuscito secondo me). Personalmente non ho mai avuto "interesse" per i pellerossa, probabilmente perchè da giovane odiavo Tex e leggevo Topolino, ma i Wu Ming mi hanno avvicinato, icuriosito e soprattutto mi hanno aiutato a conoscere il loro antico e cruento dramma.
Fu una vera e propria strage lunga decenni. Un crimine orrendo.
GLi americani e gli inglesi non mi sono mai stati simpatici, dopo Manituana precipitano nel baratro delle mie preferenze, pericolosamente vicini ai conigli baresi...
Consiglio (l'impegnativa) lettura, e chi non se la sente aspetti il film che tanto, ci giocherei l'abbbonamento al Taranto, arriverà molto presto.
Saluti.

rebecca ha detto...

i Luther Blisset erano al liceo con me! Benché non in classe perché più grandi. Confesso di non avere mai letto nessuno dei loro romanzoni, ma magari un giorno... e magari proprio questo qua.
Grazie della segnalazione letteraria, Rosco.
E grazie anche a Zed per la segnalazione fumettantropologica.

Neanch'io mi sono mai mascherata da indiana. Sapete che Pocahontas quando emigrò in Europa cambiò il suo nome in Lady Rebecca? Mah...

eli ha detto...

anche se sono annebbiata dalla stanchezza e rigurgito pizza da pranzo a cena
anche se devo uscire immediatamente perchè ross è bloccata a letto causa schiena
anche si vivo giorni di pura demenza
devo assolutamente dire che:
IO mi sono vestita da indiana a carnevale
volevo anche zorro ma i miei fratelli non mi hanno prestato il vestito spadato
e ho letto Q che mi è piaciuto e un altro pseudoindiano che no
non mi piace tex, leggo solo quelli di zed, io mi compro ancora dylan dog, anche se lo sanno tutti che fa schifo, ma sono una sentimentale
e poi sarebbe davvero interessante parlare del "gomito da seghista" ma come ho detto prima devo scappare (ad ogni modo il film è consolatorio: quando avremo 60 anni ci doteremo di uno stivaletto a mezzo polpaccio e gliela faremo vedere noi a queste giovani bellissime prostitute straniere!!)

eli ha detto...

ma ecco mi sono ricordata che avevo conosciuto un ex blisset,tipo 7 anni fa, durante un'altra vita, e aveva coppola e capelli a spazzola
e si meravigliava di come fossero riusciti a vendere nonostante il fatto che l'einaudi,casa editrice di q, non li avesse cagati di striscio..sì, sì, usò proprio queste precise parole, ricordo perfettamente!

eli ha detto...

essendo fuori sede
volevo solo precisare che l'altro libro pseudoindiano è indiano dell'india, non degli indiani d'america, e che è sempre bene non confondere le 2 realtà (e con questo, ho dato anch'io il mio contributo alla comprensione di questo fenomeno tanto complesso!)
adesso vado davvero, devo progettare la creazione di VIOLA, un quadro così intitolato poichè vuole riportare sulla tela tutte le sfumature delle mie occhiaie

rebecca ha detto...

con fiducia rispetto ai lauti riconoscimenti della terza età, sono contenta di aver visto quel film, ma sono ancora più contenta di averlo visto insieme a un'amica che, se un giorno anch'io dovessi ritrovarmi in emergenze economiche e accettassi lavori poco borghesi, non si comporterebbe MAI come le amiche(?) di Maddie (o Maggie, boh): LA MIA AMICA ELI!