lunedì 14 gennaio 2008

PROSE TO PROZAC! - biblioterapia

(sul Sole 24 Ore di ieri, di Riccardo Chiaberge)

Dall’Inghilterra arriva una nuova cura per la depressione: la biblioterapia. Al grido di “Prose to Prozac!”, una psicologa di Liverpool, Jane Davis, ha sondato una rete di gruppi di lettura riservati a persone sofferenti di vari disturbi nervosi, dall’agorafobia all’Alzheimer. E assicura di avere ottenuto risultati strabilianti. Leggendo insieme Shakespeare o Jane Austen, la Capanna dello zio Tom o Uomini e topi, i pazienti dimenticano le loro afflizioni e ritrovano la serenità.
Che i libri ci rendano migliori è un luogo comune smentito dalla storia del Novecento, quando il popolo educato sui versi di Goethe ha collaborato allo sterminio di sei milioni di ebrei. E chi è immerso nelle tenebre del “male oscuro” non ne uscirà certo declamando terzine di Dante. Ma anche i più scettici tra gli psichiatri ammettono che letteratura e poesia sono strumenti di auto-aiuto ben più efficaci del bridge o dell’uncinetto.
[…]
si può stare certi che, se mai approdasse anche qui la biblioterapia, il ministero della Salute, di concerto con i Beni Culturali, imporrebbe di allegare a ogni volume un bugiardino , con tanto di dosaggio, effetti collaterali e controindicazioni. La lettura dell’
Orlando furioso, per esempio, dovrà obbligatoriamente essere accompagnata dall’impiego di sedativi, gli allergici al cipresso faranno bene a evitare i Sepolcri foscoliani, La Mandragola di Machiavelli sarà sconsigliata alle donne in gravidanza e Le mie prigioni di Pellico a chi soffre di claustrofobia. E per passare ai contemporanei, Mille splendidi soli di Hosseini esige l’applicazione di speciali filtri protettivi, Va’ dove ti porta il cuore della Tamaro non è indicato per i cardiopatici, mentre Mal di pietre di Milena Agus deve essere somministrato con litrate di acqua Fiuggi. Quanto a Caos calmo di Sandro Veronesi, si raccomanda di agitarlo accuratamente prima dell’uso.
[…]

che ne pensate?

6 commenti:

rebecca ha detto...

parlo io!

Premetto che trovo divertente l'ipotesi anche se su di me non funzionerebbe: leggere mi piace quando sto bene e tutto è normale, mentre quando sono “depressa” non ho nemmeno la forza di concentrarmi su uno strillone in prima pagina.
Ma non mi piace quella battutina semplicistica sul Novecento. Non difendo Goethe, ché anzi il suo Werther mi suscita più amarezza e noia che altro. Ma allora lo stesso ragionamento si può applicare a tutti i versi e a tutti i secoli!
Che dire dei Crociati erranti e violenti che avrebbero potuto starsene a casa a legger Catullo e fare l’amore libero e bello?
E il viaggio all’Inferno di Dante ha forse alimentato l’odio antipapista dei Lanzichenecchi?
E che diaminedirindindino di romanzo ottomano dovranno mai aver studiato a scuola i Giovani (Nuovi) Turchi prima del genocidio armeno…?

Anonimo ha detto...

Non mi convince molto questa teoria della biblioterapia: credo che l'effetto di un libro sulla persona sia soggettivo e variabile a seconda della situazione e dello stato d'animo. Ci sono momenti in cui siamo più predisposti alla lettura ed altre no. Il libro può curare il depresso, o meglio può "distrarlo dall'afflizione", come ogni cosa che ti tiene la mente impegnata,,ma credo funzioni solo se il tema è coinvolgente e sfidante in senso attivo/propositivo per il lettore..se invece è di tipo introspettivo, cioè rimanda a meditare su te stesso può essere anche controproducente,
Questo secondo me.

Mino ha detto...

non so cosa pensare, quando entro nell'universo di un libro sono eccitatissimo e entusiasta, però il ritorno alla realtà quando giro l'ultima pagina è proprio duro, al limite della depressione! In ogni caso penso che la lettura abbia un'influenza enorme sulla psiche.

rebecca ha detto...

ohi, dipende anche dal libro... Io ora ne sto leggendo uno corto ma noiosissimo che faccio fatica a continuare e sarà una gioia arrivare all'ultima pagina!

soffiata: la Eli sta leggendo proprio CAOS CALMO! Gliel'ho visto sotto alla tasca portatutto di Winnie!

eli ha detto...

cappero, che sputtanamento!
comunque mi rifaccio subito:pochi hanno la tasca portatutto di winnie the pooh(eh sì, chissà perchè!)che ho io!!.
adesso me ne vado al tirocinio che si imparano tante cose utili e dilettevoli:ieri ho saputo che uno dei rolling stones s'è sniffato le ceneri di suo padre miste a cocaina: e anche questa è filosofia!
ps non mi è passata, e signori della musica, fatevi sotto a dire che lo sapevano tutti e che non è davvero possibile giustificare questa ignoranza..

rebecca ha detto...

ma non faceva ste schifezze anche Marylin Manson?