Buongiorno a tutti, vi scrivo in mattinata così spero di riuscire ad essere un po’ tranquilla prima che cominci il caos giornaliero.
Sabato mattina parto per Kinshasa, quindi verosimilmente sarà l’ultima mail da Tshimbulu.
Ho già la testa nella capitale, i programmi e i giri che devo fare per usare al meglio tutto il tempo che ho a disposizione. Tra acquisti e documenti, visita a Brazaville e serate con gli amici, spero di riuscire a fare tutto.
Finalmente vedrò Brazaville, se non piove e le barche possono attraversare il fiume. Speriamo bene.
Ho la testa veramente in un altro Paese, immagino i cibi che mangerò una volta in Italia e in Camerun. Ma che bello pensare di andare in vacanza in un posto che conosci già, per cui pregusti tutto prima di arrivarci.
[…]
Ieri, prima di vedere la mamma Pauline, sono stata a salutare Ester, la bimba a cui hanno tagliato le gambe, e sua madre, Anita. Ecco la sua storia: Anita ha 25 anni e due figlie, Ester, di tre anni, e Pauline, di qualche mese. Vive vendendo gli arachidi e le patate dolci al mercato. Suo marito fa il trasportatore… nel senso che in bicicletta percorre la distanza tra qui e Kananga una volta alla settimana trasportando tutto quello che può. In genere due giorni per andare e due per tornare. Il marito ha 26 o 28 anni, non me lo ricordo, si chiama Jean e ha due mogli.. Anita è la prima moglie ed è un po’ incavolata perchè Jean non ha soldi per comprare i vestiti per lei e le figlie, per dare loro da mangiare…e invece trova i soldi per sposarsi di nuovo… Jean vuole un’altra moglie, la terza… Qui per sposarsi è il marito che deve pagare la dote, una sorta di vendita delle donne insomma. La famiglia della ragazza decide un prezzo e il futuro marito paga.
Altra cosa che ho scoperto sempre ieri: il numero di figli che qui si desidera avere. Indovinate un po’? Non troppi, solamente 10. Dicono che così i figli, quando saranno grandi, si occuperanno di loro e vivranno bene. Quello che mi chiedo però è come fanno a curare i bambini e dargli da mangiare e mandarli a scuola se sono poverissimi? Non si rendono conto che dei 10 pochissimi sopravvivranno e ancora meno saranno in grado di mantenerli. Qui non esiste la pensione quindi i vecchietti, chi ci arriva perché la vita media è di 40 anni, vive dell’elemosina degli altri.
Non volevo rovinarvi la giornata, solo mettervi al corrente delle via quotidiana qui.
Ho già la testa nella capitale, i programmi e i giri che devo fare per usare al meglio tutto il tempo che ho a disposizione. Tra acquisti e documenti, visita a Brazaville e serate con gli amici, spero di riuscire a fare tutto.
Finalmente vedrò Brazaville, se non piove e le barche possono attraversare il fiume. Speriamo bene.
Ho la testa veramente in un altro Paese, immagino i cibi che mangerò una volta in Italia e in Camerun. Ma che bello pensare di andare in vacanza in un posto che conosci già, per cui pregusti tutto prima di arrivarci.
[…]
Ieri, prima di vedere la mamma Pauline, sono stata a salutare Ester, la bimba a cui hanno tagliato le gambe, e sua madre, Anita. Ecco la sua storia: Anita ha 25 anni e due figlie, Ester, di tre anni, e Pauline, di qualche mese. Vive vendendo gli arachidi e le patate dolci al mercato. Suo marito fa il trasportatore… nel senso che in bicicletta percorre la distanza tra qui e Kananga una volta alla settimana trasportando tutto quello che può. In genere due giorni per andare e due per tornare. Il marito ha 26 o 28 anni, non me lo ricordo, si chiama Jean e ha due mogli.. Anita è la prima moglie ed è un po’ incavolata perchè Jean non ha soldi per comprare i vestiti per lei e le figlie, per dare loro da mangiare…e invece trova i soldi per sposarsi di nuovo… Jean vuole un’altra moglie, la terza… Qui per sposarsi è il marito che deve pagare la dote, una sorta di vendita delle donne insomma. La famiglia della ragazza decide un prezzo e il futuro marito paga.
Altra cosa che ho scoperto sempre ieri: il numero di figli che qui si desidera avere. Indovinate un po’? Non troppi, solamente 10. Dicono che così i figli, quando saranno grandi, si occuperanno di loro e vivranno bene. Quello che mi chiedo però è come fanno a curare i bambini e dargli da mangiare e mandarli a scuola se sono poverissimi? Non si rendono conto che dei 10 pochissimi sopravvivranno e ancora meno saranno in grado di mantenerli. Qui non esiste la pensione quindi i vecchietti, chi ci arriva perché la vita media è di 40 anni, vive dell’elemosina degli altri.
Non volevo rovinarvi la giornata, solo mettervi al corrente delle via quotidiana qui.
Per chi ha tempo, leggete questo:
http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243^1078609,00.html
Me lo ha inviato Rebecca, corrisponde alla realtà. Nulla di inventato.
Katia
Katia
4 commenti:
allora katia, potrei pure essere mbriaca come da un paio di giorni ormai e come sarà ancora tutte le volte che potrò. ma.
io ho paura di questo pensiero così distante. di questa non cura. di questa antica concezione dei figli come di investimenti, nel senso ottocentesco di proletari, di gente la cui unica ricchezza sono i figli. io non so rapportarmi con persone che lasciano svestiti i bimbi che hanno, ma pensano ad una terza moglie, che è prestigio,spacchio, novità, desiderio. ma vaffanculo, dai.a loro. a noi che lo permettiamo, che lo vogliamo quasi.
incredibile africa, le cose si sanno ma ogni volta che se ne parla ti sorprendono.
sì, fa tanta rabbia e serve anche a ricordarci che spesso noi ci lamentiamo per molto meno. Banalità retorica, ok, ma semper valida.
Katia sarà mia ospite carica di racconti ed energia da tutti i pori molto presto!
l'ho visto pure io un pezzo di quella trasmissione... allucinante.
Noi ci lamentiamo per molto meno ok, però di fare dieci figli senza potergli garantire una vita decente non ci pensa nessuno (almeno io non ne conosco)
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